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Rilassati... proprio adesso.



“Non occorre riservarsi un tempo apposito per riposarsi e rilassarsi. Non serve un cuscino speciale né strane attrezzature. Non occorre un’ora intera. Di fatto, adesso è un ottimo momento per rilassarsi” – scrive il monaco vietnamita Thich Nhat Hanh in apertura al libro Rilassarsi in consapevolezza.

Una frase che per alcune persone potrebbe sembrare paradossale (“Ma come? Se non stacco dal lavoro/dalla famiglia come posso rilassarmi?”); per altre (specialmente se praticati zen, vipassana, mindfulness o altro) addirittura irriverente (“Sedere in meditazione è la base essenziale per coltivare pace e serenità dentro di noi. Come può dire che non serve?”).

Come ogni maestro zen che si rispetti, Thich Nhat Hanh appositamente esordisce con una affermazione che destabilizza e disorienta. La pratica dei koan, propria del buddhismo zen e che si risuona dietro questa sua frase, ha la funzione di risvegliare bruscamente ad una profonda consapevolezza, proprio attraverso un’affermazione paradossale che disorienta la mente.

Ciò cui ci vuole richiamare Thich Nhat Hanh con questo esordio è l’adesso; e, quindi, il fatto che ogni istante può essere il momento giusto per rilassarci.


Noi, al contrario, invece di vivere nel qui ed ora, siamo sempre proiettati in avanti verso un agognato futuro promettente, che è sempre di là a venire: il weekend (che, poi, chiaramente sarà piovoso e ci rovinerà i programmi), le vacanze (che magari ora sono pure sfumate a causa della pandemia e crisi economica), l’estate (che puntualmente sarà o troppo calda o troppo variabile), la pensione (che ovviamente l’ennesimo governo in carica posticiperà, prolungandoci l’estenuante attesa), ecc.

E così ci perdiamo il momento presente, l’adesso: l’unico istante in cui siamo e possiamo esistere.


Ma come fare per rilassarsi e riposarsi in qualsiasi momento e ovunque? Cosa possiamo fare?

Il primo semplice invito che Thich Nhat Hanh ci dà è: fermati!

Scrive: “Se riesci a fermarti e a stabilirti nel qui ed ora, ti rendi conto che in questo preciso istante hai già a disposizione tanti elementi di felicità, più che sufficienti a renderti felice.” Fermarsi non significa tanto (o non principalmente) smettere di fare ciò che si sta facendo; ma fermare la mente e ri-posarci ne qui ed ora: invece che correre qui o là tra preoccupazioni, cose da fare, scadenze, programmi... fermarsi mentalmente e ri-posizionarci nel momento presente.

Questo ci chiede di coltivare la consapevolezza: “La consapevolezza è la pratica continua di entrare in contatto con ogni istante della vita quotidiana (…) Non abbiamo bisogno di riservare un tempo apposito per questo, al di fuori delle nostre attività quotidiane. Possiamo praticare la consapevolezza in ogni momento della giornata”.

Questa affermazione dà molta fiducia. Molti di noi lamentano di non riuscire a trovare il tempo per praticare, anche se lo vorrebbero. Thich Nhan Hahn ci dice che non c’è nessun tempo da trovare: ogni momento è il momento giusto e adatto. Basta semplicemente esserci completamente in ciò che stiamo facendo. Basta essere consapevoli.


Ma cosa c’entra tutto questo col rilassamento?

Centra eccome! Infatti solo se sono consapevole posso accorgermi che magari ho le spalle tese, o sto serrando la mascella, oppure corrugando la fronte… e decidere di rilassare e lasciar andare ogni tensione e contrattura. Scrive Thich Nhat Hanh: “A volte crediamo di poterci rilassare soltanto da sdraiati. Possiamo, invece, rilassarci anche stando seduti; si può assumere una postura eretta senza che sia rigida. Rilassa le spalle. Vedi se riesci a sedere senza alcuna tensione fisica.”

Ed ecco il secondo invito che Thich Naht Hanh ci dà: lo strumento migliore e formidabile per rilassarci e che abbiamo sempre a portata di mano è il nostro respiro. “Il respiro è un terreno stabile e solido sul quale puoi prendere rifugio. Quali che siano i pensieri, le emozioni e le percezioni che si muovono dentro di te, il respiro è sempre lì come un amico fedele (…) Prendi consapevolezza dell’aria che entra e che esce dal tuo corpo. Quando ne siamo consapevoli, il respiro si fa spontaneamente leggero, calmo e pacifico”.


Per spiegare meglio, Thich Nhat Hanh utilizza la metafora dell’acqua.

Scrive: “Ognuno di noi è come le onde ed è anche come l’acqua. A volte siamo eccitati, rumorosi, agitati come le onde; altre siamo tranquilli come uno specchio di acqua ferma (…) A casa, al lavoro o a scuola a volte ci stanchiamo, ci agitiamo o siamo di malumore: abbiamo bisogno di trasformarci in uno specchio di acqua calma”.


Possiamo farlo ovunque semplicemente ascoltando l’aria che entra e poi esce dal nostro corpo. È davvero una pratica molto semplice e disponibile in ogni istante della nostra giornata. “In ogni momento del giorno e della notte, che tu cammini o stia seduto al computer, puoi fare ritorno al rifugio pieno di pace del tuo stesso respiro”.

Thich Nhat Hanh ci fornisce anche due brevi frasi che possiamo ripetere mentalmente mentre respiriamo e che lui chiama “poesia del riposo”. Scrive: “In qualsiasi momento della giornata possiamo recitare a noi stessi questi due versi e fare un mini-riposino. Questa brevissima poesia è come una minuscola vacanza, l’unica differenza è che invece di portarti via da casa ti porta alla tua vera dimora. Inspirando, so che sto inspirando. Espirando, so che sto espirando.”

È davvero semplicissimo a fattibile da chiunque proprio ovunque.


Ci chiede solo di farlo, di ricordarci e impegnarci a farlo, di praticare con costanza e assiduità.


E così, anche se il weekend sarà piovoso, anche se non potremo andare in vacanza, anche se l’età della pensione ci verrà posticipata, anche se… qualsiasi nostro progetto di vacanza o riposo andrà a monte, potremo ugualmente rilassarci e ri-posarci nel nostro respiro qui ed ora.


Cosa aspetti, dunque, a ri-posarti nel tuo respiro?


Buona pratica.

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